Cosa posso aspettarmi
Per rispondere a questa domanda partirei dal come ci si possa sentire
nel chiedere un aiuto ad un professionista.
Credo non sia facile maturare l’idea di farsi aiutare e di voler affrontare il
proprio malessere. Si sviluppano paure e aspettative rispetto a questa richiesta.
Per quanto razionalmente le persone si dicano che sia giusto farsi aiutare e intraprendere un percorso di
sostegno o di terapia, questo potrà portare comunque a sentirsi delusi o provare vergogna per
non avercela fatta da soli.
Accettare di farsi aiutare non è un processo semplice. Lo
ritengo un atto coraggioso. Ciascuno si avvicinerà alla richiesta di aiuto con livelli di
consapevolezza, diffidenza e soprattutto di aspettative diverse. Mescolando questi
ingredienti: consapevolezza, diffidenza e aspettative secondo le più svariate quantità, si
potranno avere indicazioni sulla possibilità o meno di procedere con un percorso terapeutico.
Chi si approccia con distanza, diffidenza e aspettative basse,
potrebbe aver bisogno di più tempo a disposizione per elaborare una richiesta di aiuto.
Alcune volte le richieste si trovano a livello embrionale ed hanno
necessità di più tempo per crescere. Allo stesso modo richieste con
aspettative molto alte, potrebbero presentarsi come "la cronaca di un
fallimento annunciato".
Parto da questa introduzione per
schematizzare cosa ci si possa aspettare da un percorso terapeutico con me:
1. che ci siano delle modifiche nel sentire le proprie sofferenze
2. di essere ascoltati senza pregiudizi e preconcetti morali
3. che sarete accolti in un ambiente nel quale verrà rispettata e mantenuta la privacy
Per contro non aspettatevi che:
1. io vi possa dire cosa fare, prendendo decisioni al vostro posto
2. io abbia soluzioni pronte per l’uso
3. la terapia sia una chiacchierata tra amici al bar